Fatturazione elettronica forfettari: obbligo, novità e vantaggi
Il Decreto-legge n. 36 del 30 aprile 2022 ha introdotto, a partire dal 1° luglio 2022, la fatturazione elettronica forfettari, anche per i soggetti che si trovano in regime di vantaggio, l’obbligo di aderire al così detto “fisco elettronico” e ciò implica sia la fatturazione elettronica in Italia sia quella relativa alle operazioni verso l’estero.
Con l’intento di raggiungere la piena autonomia per la redazione delle “Precompilate IVA” in favore dell’Agenzia delle Entrate arriva l’ennesima “complicazione” da dover gestire a metà anno in uno dei periodi più carichi di adempimenti per gli Studi professionali.
Vediamo quali sono le caratteristiche di questo nuovo obbligo che è già in vigore dal 1° luglio 2022 al fine di gestire in modo ottimale i relativi adempimenti.
Fatturazione elettronica forfettari: quando scatta l’obbligo?
Come dicevamo l’obbligo è in vigore a partire dal 1° luglio 2022 per i soggetti in regime di vantaggio e per i contribuenti in regime forfettario che nell’anno precedente hanno conseguito ricavi o compensi ragguagliati ad anno superiori a 25.000 euro. Ragguagliati ad anno significa che se nel 2021 è stata aperta la partita iva, ad esempio, il 1° dicembre 2021 e si sono conseguiti ricavi per euro 2.500, questo importo ragguagliato a 12 mesi sarebbe di 30.000 euro e di conseguenza anche in questo caso scatta l’obbligo alla fatturazione elettronica.
Chi può evitare (adesso) l’obbligo della fatturazione elettronica?
L’obbligo non sarà (subito) per tutti: possono restare fuori le partite Iva che nel 2021 hanno conseguito ricavi/compensi non superiori a 25.000 euro (ragguagliati ad anno). Proprio la verifica sui ricavi o compensi diventa decisiva per evitare da subito l’obbligo e rinviarlo, invece, al 1° gennaio 2024. Al fine di determinare la soglia di 25.000 euro occorre considerare i ricavi e i compensi in base al criterio di cassa e quindi si dovrà considerare solo quanto effettivamente incassato.
Successivamente l’obbligo entrerà in vigore per tutti, indipendentemente dai ricavi conseguiti a partire dal 1° gennaio 2024.
Come prepararsi per questo adempimento?
Per poter emettere le fatture elettroniche è possibile utilizzare sia i servizi gratuiti messi a disposizione dall’Agenzia delle Entrate, sia uno dei tanti software che si possono trovare in internet.
Accedendo alla propria area riservata dell’Agenzia delle Entrate, è possibile consultare e conservare le fatture. Purtroppo, la consultazione delle fatture elettroniche oltre un certo periodo avviene solo tramite apposita richiesta di esibizione non immediata.
Relativamente alla conservazione sostitutiva delle fatture elettroniche, è consigliabile attivare un sistema di Backup e Disaster Recovery che permetta il recupero e la consultazione immediata dei documenti, che non saranno più cartacei ma in formato XML. Il codice civile infatti stabilisce un principio generale sulla conservazione delle scritture contabili secondo il quale anche le fatture elettroniche devono essere conservate per 10 anni dalla data della loro ultima registrazione. Il Contribuente è il responsabile della conservazione, ruolo che non è solo formale ma richiede competenze tecniche e teoriche specifiche che sono ben specificate in diverse norme.
Come si paga la marca da bollo che prima veniva apposta sulle fatture?
Dal 1° luglio in poi l’imposta di bollo dovrà essere assolta in modo virtuale mediante il pagamento tramite modello F24. Le scadenze relative al pagamento variano a seconda dell’importo totale da pagare per ogni singolo trimestre ma in linea generale e guardando al 2021 l’imposta di bollo per il 3° trimestre andrà pagata entro il 30 novembre mentre quella relativa al 4° trimestre entro il 28 febbraio 2023.
Quali sono i vantaggi?
Dal punto di vista operativo sicuramente la possibilità di operare con meno carta e di tenere tutto tracciato in modalità elettronica.
Inoltre, è possibile usufruire di una riduzione di 2 anni del periodo di accertamento ai fini IVA e dei redditi di lavoro autonomo per tutti quei soggetti che garantiscono la tracciabilità di TUTTE le somme erogate ed incassate superiori ad euro 500,00 per le quali è stata emessa fattura elettronica.
L’agevolazione spetta anche ai soggetti che usufruiscono dei corrispettivi elettronici.
Anche i soggetti che non superano i 25.000 euro possono facoltativamente operare con la fatturazione elettronica per poter beneficiare di questa riduzione del termine di accertamento da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Importante ricordare che i forfettari che saranno colpiti dall’obbligo della fatturazione elettronica dovranno allo stesso modo gestire le fatture emesse e ricevute dall’estero, sempre sulla base delle regole che hanno riformulato l’Esterometro a partire dal 1° luglio 2022 con l’integrazione elettronica delle fatture ricevute transfrontaliere.
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